Tintinni come l’acqua scrosci,
bende garze e veli
cieli verticali tra noi
ammalati di lontananze
eppure tutto preme troppo vicino
nel gioco dell’incastro
nei mobili della stanza
della luce artificiale
tutto troppo elettrico
e tu non sei uguale
noi non siamo uguali
sbriniamo con poco amore
esci dalla macchina e sali
accostati con le gambe
sai di fiume oltre gli argini
strade di terra e ranuncoli
di mare che si muove
sotto gli assi di legno di una barca
di quelle intercapedini sai
che viene voglia di allargarle
e affondarci.