La felicità prende corpo quando vuole,
si rifà vedere in primavera nelle aiuole.
L’ho sentita nel tuo corpo,
anche se non eri felice, il tuo corpo
mi rendeva felice.
Le tue mani così leggere, rivedo
ogni tanto in una ragazza
che non conosco, quel modo tuo
di muovere le dita, o di calzare le scarpe.
È molto strana la felicità,
la puoi sentire anche in quello che non ha vita. Negli oggetti o nelle parole.
Conosco il suo odore o mi pare,
che sia nell’aria o in un nuovo incontro
con una donna. È una luce nell’angoscia
di un mare che non mi è dolce naufragare.
andrea gruccia

Il corpo di una felicità.
Olio su tela.