Month: Maggio 2014

fiori di Bach

Ho provato a prendere i fiori di Bach, ma l’unica cosa che mi rilassa dei fiori di Bach è la grappa in cui sono immersi, e per farmi effetto dovrei berne un litro per volta. La mia vicina aveva creato i fiori di Bach molti anni prima, lei aveva 80 anni ed una forte ipocondria, io ero un ventenne disoccupato e passavamo giornate a contarcela , tra bicchieri di sciroppi di fiori di genzianella fatti da lei. Le misuravo la pressione, era sempre altissima, le tastavo le vene azzurre del polso, le dicevo tutto ok e di solito si rasserenava, le facevo dei ritratti a matita e lei mi insegnava i segreti del punto e croce sui centrotavola. Faceva dei veri e propri mandala, degni dei più bei crop circle.
Un giorno però avevo l’ansia alle stelle, panico, allora decise di darmi la sua arma segreta, l’acqua di Lourdes, che conservava da decenni in un contenitore di plastica a forma di madonna. Provai anche quella, era pure benedetta, ma aveva un sapore orribile e tossico, non sapendo cosa fare l’abbracciai e piansi, e lei mi diede qualche colpetto sulla schiena, ci prendemmo uno xanax a testa, e continuammo a contarcela.

A.G

Ciao” deve essere una parola che crea traumi

Ci si saluta poco. I miei vicini “B”, ad esempio, non mi salutano mai, con gli anni hanno avuto un bambino, che non saluta neppure lui, se per sbaglio si trova sull’uscio della porta quando esco dall’ascensore si apprestano a chiudere la porta con la testa abbassata e bon. Solo una volta hanno salutato il mio gatto quando era andato a farsi le unghie sul loro zerbino, e pochi giorni dopo il mio gatto è diventato cieco. Ok era anziano, ma il giorno che mi saluteranno , dovrò comprarmi un cane per ciechi e imparare il braille. Ma è così un po’ dappertutto, una città che saluta poco, “Ciao” deve essere una parola che crea traumi, scatena inferni, ma che gli è successo? Anche io ho detto dei “Ciao” che non avrei mai voluto dire, perché fai in fretta a dire “Ciao” e ritrovarti con una bottiglia di ceres nel culo, vai dal pescivendolo e con un “Ciao “ ti ritrovi un pesce spada tra le braccia. Apri la porta e con un “ciao” ti ritrovi una coltellata nel cuore, o peggio con un’ aspirapolvere. Meglio dire un banale “ti amo”, o infilare direttamente la lingua in bocca , con un “Ciao” rischi una denuncia, e un sacco di altre cose, non c’è da scherzare.

Andrea Gruccia

Questa stagione mette in crisi, hanno tutti voglia di scopare,

Si è capito che questa stagione mette in crisi,  hanno tutti voglia di scopare, ormoni e feromoni umani dappertutto, nervosismo nell’aria, panchine rosicchiate da umani che rodono, occhi affamati che puntano anche ottuagenarie, social invasi da foto di troiette chic  in calore , 40enni alcolizzati che postano foto di vent’anni prima, ed intanto per dimagrire si ammazzano di seghe e diventano vegetariani stagionali. C’è chi fa l’amore e ha voglia di scopare, chi fa l’amore ma vuole scopare perché si fa l’amore con chi non scopa bene. Chi cerca di accumulare scopate con chiunque per far fronte ai mesi di carestia, e chiama anche me al cellulare, credendo di parlare con una figa e non ci crede che non sono una figa.  Chi si fa buddista, chi venderebbe l’anima, chi l’ha già venduta ma non scopa lo stesso perché è uno stupido cesso, e gli stupidi cessi li trovi nei locali sempre in fondo a destra, ad aspettare una chiamata divina, con i volti timbrati degli “sfigati”.  Perché chi si ama davvero non esce più, non so in che paese vadano a stare gli innamorati veri, saranno contattati dalla massoneria, li pagheranno per non farsi vedere, ci saranno locali segreti in cui si ritrovano, faranno festicciole in casa, oppure faranno semplicemente famiglia.

 Una volta credevo che le famiglie realizzate fossero quelle con carrelli pieni di alimentari davanti alle casse dei supermercati,  invece sono quelle che spariscono in un buco nero felice, e chi s’è visto s’è visto.

 

Andrea Gruccia

Sono sicuro che profumi di matite

Sono sicuro che profumi di matite,

e con la pioggia cambi odore,

hai la pelle asfaltata di amore.

Lampioni che ti farebbero brillare

In una stanza buia, come i poster dei locali,

che ti guardano sempre uguali, spezia di mare.

Chissà a cosa sei imbastardita, tu

quante limonate hai bevuto, per essere così meraviglia?

Con quelle strane dita che intrecciano l’aria tra i bamboo.

vorrei imparare le mie cose perdute,

vicino al tuo cuore immerso tra  ninfeee

 iseni da leggere, senza averli mai visti.

Saresti fatta per pomeriggi da galleggiare,

come le tue mutandine appese al sole,

 non penserei al mondo che porta sempre qui

a questa stanza  dove è inutile anche farsi male.

Ci vorrebbe un tuo dito da succhiare,

per mettersi in coda alla felicità,

 superarla,  ed aspettarla all’uscita.

Sono pieno di errori da sfatare in apparenze,

di un amore che è paura d’invecchiare ,

il solito letto, lo stesso volto

 tra lingue di baci, animali da circo stesi al sole urbano,

 un vento freddo, sulla mia mano

 con una buona connessione Wi Fi

potrebbe sfiorare la tua.

Una specie di mutua perpetua

aprire la bocca sulla tua spalla,

mentre silenzi la vita.

 

Andrea Gruccia

Ci sarà un amore più grande di queste poesie

Un giorno tutte queste cazzo di poesie esploderanno
e lasceranno in pace le rose, e i gabbiani e i bacini
E i caprioli, i limoni e le piogge nei pineti.
E verrà la sera e sarà soltanto sera
I poeti si ricongiungeranno a loro stessi,
le pagine dei libri torneranno a dare vita ad alberi.
Ci spremeremo per gli odori,
comprensivi per il nostro essere pieni di merda.
E le stelle continueranno a splendere come sempre,
la luna con la sua faccia stupita rimarrà tale e quale.
E gli uomini si ameranno senza sapere cosa sia la poesia,
senza doverla cercare, senza perdere tempo,
senza arrivare al suicidio, possibilmente
ci sarà un amore più grande di queste cazzo di poesie.

Andrea Gruccia

Disturbo ossessivo compulsivo

 

Ritiro le mie braccia nel mio corpo, mi ammoscio in dentro

Cerco, attraggo, accumulo, riempio vuoti,

divento un discaunt , perdo la fonte più pura di me.

 

Succede ogni tanto, ripeto che non deve più accadere.

Lo ripeto allo sfinimento.

E intanto faccio di me una merda,

mi devo nauseare di un vizio ingoiandolo tutto,

per ridimensionarlo, per  ritornare me stesso.

E poi ritorna la paura, la solitudine apparente,

la malinconia eccessiva, la nausea delle passioni.

Mi metto una matita in bocca per allenarmi a sorridere,

per rifarmi il volto, ritrovare il mio profumo.

Non so se siano i semplici gesti

quelli che ci salvano, a volte bisogna urlare ai pianeti,

ai sogni  che possono diventare incubi.

Ci sono brave persone,

ci sono state brave persone

ti ameranno per quello,

per i tuoi campi incendiati,

Per le partiture nuove,  sinfonie più profonde

e le creazioni che cureranno un po’ di dolore.

Cosa devo accumulare?

Sono ancora pieno d’amore, occasioni

tutto il resto è da buttare, o perdonare.

Andrea gruccia