Oggi in sala d’aspetto c’era un signore dal viso stanco ma felice, strano, un corpo da fiaba,
ho pensato fosse un pazzo mentre aspettavo che mi chiamassero per fare la prova da sforzo.
Non è stata un granché, dieci minuti di ciclette,
era tutto sotto controllo
tre cardiologi ad osservare il mio ritmo.
Avevo l’ansia, nonostante una aritmologa
bionda e la visuale sulla collina.
Dopo sono ritornato in sala d’aspetto
e quel tipo ha tirato fuori la sua anima
era lì per il pacemaker
per controllare se le radiazioni della chemio
non lo avessero danneggiato.
Aveva la luce negli occhi, la calma,
mentre mi indicava i punti
dei suoi quattro tumori,
gli avevano dato sei mesi di vita
sono diventati sedici anni,
mezzo polmone tolto,
gli altri inoperabili.
Dopo la chemioterapia ritornava a casa
guidava per ottanta chilomentri
e si metteva a lavorare come decoratore
o nel suo orto con la chemio in corpo.
mi ha detto di non arrendersi mai
e il suo entusiasmo era qualcosa
che non apparteneva al suo corpo
aveva la vita dentro, la purezza degli alberi
di decenni in fabbrica e 4 pacchetti di sigarette al giorno.
settantotto anni.
Aveva grosse dita ma i palmi delicati
ci siamo salutati come parenti.
Siamo tutti in guerra
bisogna nascondersi dietro una passione
non farsi catturare dal nemico
decorarlo, riderci sopra.