Month: febbraio 2014

Tra piccoli sussulti si cresce

Ricalco la mia adolescenza,

tra un giardino senza incesti,

là dove sono rimasto puro.

Saltella l’ambigua bellezza del tutto,

si mischia con gli stessi ingredienti.

Tra piccoli sussulti si cresce,

un vecchio affresco si ripete

e un demone sorride.

Sei pannocchia di latte per i miei denti,

per l’amor che galleggia ancora.

Che potenza inaudita!

 l’orma che imprime in me,

un semplice sorriso.

 

Copyright : Andrea GrucciaImmagine

Quanto universo abbracciandoci

Quanto universo abbracciandoci.
Tutte le parole più giuste al mondo
e quelle ancora da creare,
in noi.

Tutti gli innamoramenti, uniti
Tutti i tempi, gli equinozi
Ed i sogni al loro gemmare.

Ti abbraccio mia fortuna,
perché nulla chiediamo a noi stessi
più di questo avvicinarci.
Sempre di più, Anima mia.

Copyright : Andrea Gruccia
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Prima ancora

 

Una rana con gli occhietti al sole,

ha le manine innocenti, dentro la palude.

Le dico “ciau” e compaiono i pesciolini rossi.

Questo rio, sembra la vena di una dea, una vena senza pareti.

E parte tutto da lassù, da quel ciglio di neve al sole.

Così sappi che quando ci baceremo,

non darò per scontato il tuo inferno di neve.

Perché le  tue natiche erano appoggiate nel muschio

sul dorso di una betulla.

Prima ancora.

Che la tua pelle bianca, si facesse albero per me.

E aleggiavi tra gli sconfinati e distesi prati, arrossati di petali.

Prima ancora, di cercare una farmacia aperta,

per  questi papaveri appassiti, su cui fare nascere sospiri,

ad ogni piccola attenzione, premura, carezza.

Ci siamo amati su prati calpestati,

come soldati usciti da una guerra,

e sui tuoi passi, topolina,

ho seguito la tua andatura, 

tu la mia ,

Prima ancora,

di fare l’amore davanti allo specchio.

Se un giorno ci perderemo,

in uno di quei pomeriggi assonnati,

ci riprenderemo tra le braccia ?

Ci ricorderemo di esserci così tanto vissuti?

 

Copyright : Andrea Gruccia.

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Il bagno è la culla dei sogni

4

 

Tra le cosce delle galline,

sono un pulcino e ho un termosifone, vicino al cesso.

Posso fare la pipì, la cacca, tirare lo sciacquone e scaldarmi.

Giove di schiena disegna farfalle,

Mercurio mette le ali ai miei pensieri,

mi guardo negli occhi, sono ancora così belli.

Ho un assassino dentro di me,

ci sto lavorando, ma è astuto.

Il diavolo passeggia, sopra la mia casa e suona  un piano.

Mi concentro e si allarga a medusa un lenzuolo di felci,

questo è il mio caldo, mi dico ti amo, tante volte.

Punto uno, non mi giudico più.

Punto due, non ti giudico più.

Paganini aveva una malformazione alle mani,

mentre suonava aggiustava milioni di schiene.

A me basteresti tu.

 Quando sei qui con me questo soffritto viola, non esiste più.

E penso sia tutto vento,

e nel vento un giorno, arriverai

ti spoglierai,

non avremo bisogno di pagare il canone rai.

Sarai la mia donna cannone,

perché una donna cannone,vale più di mille donne bidone.

Tiro lo sciacquone, il bagno è la culla dei sogni.

Andrea Gruccia