-Clara quella testa di bisonte appesa nella tua stanza, mi mette soggezione .
-E’ un regalo di mio padre, e poi la testa di quel bisonte è sempre stata nella cucina di casa mia, da ragazzina ci fantasticavo molto sai? Pensavo che dietro il muro ci fosse tutto il bisonte intero, e le praterie e gli indiani buoni.
-Vabè, però gli occhi rossi, sembra infuriato, posso metterci qualcosa sopra? Che copra gli occhi almeno.
-Da ragazzina mi divertivo a colorargli gli occhi con lo smalto, poi toglievo lo smalto con il solvente per unghie, a volte staccavo proprio la testa e la portavo con me sul letto, la pettinavo, infatti in certi punti mancano i peli per quel motivo.
-Non riesci proprio a separartene vero?
-Ma scherzi? Claudio, è stato tante cose per me.
-Quella cosa li si chiama Claudio? Ok, anche io da bambino non scherzavo, i miei avevano il congelatore con i conigli, a volte quando ero solo in casa prendevo un coniglio surgelato e cercavo di rianimarlo, per giocarci, poi lo rimettevo nel congelatore quando cominciava a sbrinarsi…
-Ora ti dico un segreto, dietro la testa, c’è un buco e lì dentro mettevo le lettere che scrivevo e che nessuno doveva leggere, e poi i segreti . Guarda…- Clara si alza dal letto e prende lo sgabello di legno davanti al pianoforte, ci sale sopra con i piedi scalzi, ha dei pantaloncini grigi, e una maglietta molto larga da cui escono le gambe e le braccia di un rosa così vivo che quando accarezza la testa di quella cosa, sembra che la annusi e gli occhi rossi si accendano ,le da anche un bacio sul nasone nero ,penso che davanti al corpo di lei si intonerebbe qualsiasi cosa. Afferra quell’ammasso enorme di peli ruvidi e scuri, mi alzo per aiutarla, ma lei la imbraccia e si gira la tengo per i fianchi mentre scende, e poi la posa delicatamente sul letto, la reclina, infila la mano dentro il buco e tira fuori una manciata di preservativi colorati.
-Avranno almeno quindici anni, credo siano scaduti, però è bello tenere i ricordi, all’epoca non sapevo dove nasconderli. Quante ne hai viste Claudio? Se solo potessi parlare.- Penso che è meglio che non parli, che rimanga nel mondo delle cose imbalsamate, accarezzo le sue corna per fingere una empatia con il suo amico, poi le scrolla la testa ed escono sigarette mezze fumate, e un accendino.
-Pensavo ci fosse rimasto del fumo, senti che buon odore di erba che ha Claudio. – Annuso la cavità intracranica di quel minotauro, ma sento solo uno strano odore di fragola, sorrido ma è più uno spasmo incotrollato, le accarezzo una spalla, guardo il letto sfatto, passo una mano sul collo di Claudia, ho ancora la cintura a penzoloni, e poi fa una cosa che mi lascia sbalordito, infila la testa dentro al buco, la prende tra le mani e si rimette in piedi barcollando, sento la sua risata provenire da dentro come un eco , come quando infili la testa dentro la lavatrice
-Ma che cazzo fai, dai, fa schifo…- Clara mi cerca con le mani mi afferra, mi spinge sul letto, mi siedo e lei si siede sopra di me, sposto la testa da un lato per fare spazio a quella testa di mostro.
-Da ragazzina la prima volta l’ho fatto così – Sussurra con la sua voce attutita dalla pelle imbalsamata e pelosa
– Non voglio neanche pensarci Clara…e poi ora hai trentacinque anni e non siamo più ragazzini.- Clara si china e si sfila la testa del bisonte che rimane al bordo del letto, mi guarda come se avessi detto qualcosa di grave. E capisco di avere infranto un gioco puro.
Prendo la testa di Claudio, me la infilo, non è pesante come credevo, mi prude soltando sulle spalle con i peli che le sono rimasti al bordo del collo, è tutto buio, respiro quell’aria viziata di fragola, le mani di Claudia spingono le mie spalle all’indietro, mi corico sul letto, mi faccio un po’ indietro. Mi sento frastornato, vorrei chiederle scusa, non riesco. La sua voce mi arriva come da lontano.
-Dietro alla testa di Claudio, penso ancora che ci siano praterie, e gli indiani buoni, si è sempre ragazzini quando si hanno ancora segreti- Ed io la cerco con le mani, ai lati del letto, vorrei soltanto abbracciarla, quando mette la sua mano sulla mia pancia, rimango in silenzio, sono con la testa dentro i suoi segreti, e lei si distende come una indiana sopra di me.