Questo cielo amorfo sembra che pensi
solo quando tuona e i fulmini come sinapsi
risvegliano un tempo eterno
e la sua voce è come un grido
il tuono,
deve essere così dalla prima pioggia
la sua voce non è mai cambiata
la pioggia è la sua donna
che scappa per tornare alla terra
non si dovrebbe perdere tempo a cercare l’amore
nessuno dovrebbe esserne sprovvisto
la pioggia cade su tutto e tutti
gli uomini solo a chi gli conviene
hanno cattiveria nelle vene
eppure hanno cultura, morale, educazione
ci sono deserti negli occhi di molte persone
fino a quando un batuffolo di cotone
pulirà con l’alcool il loro sorriso, come una ferita.
Month: giugno 2016
mi fa sentire che quasi mi amo
Spingimi dove non riesco
c’è bisogno di pensare a qualcuno
in quella cazzo di salita che porta al lavoro
il sole arriva fino a un certo punto
ci vuole la forza atomica della tua voce
spingimi dove lascio a metà le cose
con un ricordo in testa di poche ore o di una settimana
potrei creare capolavori
che a sudare da soli si evapora come i buchi neri
e se fuori piove e so che sei al caldo
proteggi la mia ombra
spingimi la tua ombra
voglio mangiare le tue ombre
dentro al mio corpo diventano luce
spero sia per te lo stesso
i nostri baci sono come il limone
un acido che fa bene
spingimi dove ho paura di entrare
con la leggerezza disordinata dei voli delle farfalle
—
Chiunque ha fatto un viaggio lontano da solo è mio maestro
che riesce a mantenere la calma dove io non riesco
chi riesce a truccarsi alla mattina presto
chi sorride senza denti è un maestro
le piante che non modificano le loro forme da milioni di anni
una coccinella che apre le ali e vola,
chi scala le montagne
chi si butta con il paracadute
chi ha coraggio è mio maestro
-e il coraggio non ha età-
chi lava i piatti tutta la vita, chi stira
e si accontenta e tiene i suoi pesi per sé
chi ti cambia la vita con un abbraccio
o con un solo sguardo
chi non vuole cambiare nulla
chi ha fame e non perde la forza
chi mi ferisce per mettermi alle corde
e mi fa cambiare strada
chi mi fa sentire parte di tutto e di nulla
il maestro di me stesso mi è maestro
quello che non pretende nulla da me
ma esulta se prendo un colore in mano
e mi fa sentire che quasi mi amo.
—
Il falco e il colombo
E poi ti penso anche. Penso a tante cose ma non le dico,
scrivo solo queste cazzo di poesie
per sedurre scriverei porcate
so come va la natura
questa è l’era del narcisismo
affascinano le grandi parole i grandi gesti
preda dopo preda una ferita e un ego smisurato
stamattina ho visto un falco mangiarsi un colombo in volo
quell’atto crudele non ha modificato la sua eleganza
è più poesia una colomba in volo
o un falco che la fa a pezzi?
Sicuramente il falco è più forte e affascinante
un uomo sensibile è come un colombo noioso
una volta, un amore non corrisposto mi ha detto che sembravo un prete
dovevo comportarmi da falco
io che per calmare gli ormoni devo prendere i tranquillanti
ti accarezzerei le gambe
almeno venti minuti al giorno
non so se con mani da colombo o da falco
mi sento tutti e due
dipende dall’intensità dell’inferno.
voglia di amare
Mi esce questa voglia di amare
alle fermate, mentre mangio albicocche
mi alleno a buttare gli ossi nella carta
e la carta nel cestino
svuoto anche il cestino del PC
la pulizia è importante
guardo la grandine seduto nel mio cesso
che spettacolo che fa il cielo
tra un po’ viene nero
e dentro sento l’amore che vuole uscire
stringo la carta igienica come fosse una mano
passeggio con quest’altro me che ha bisogno di amare
lo porto a spasso come un ragazzino di quindici anni
la mia voglia di amare è diventata mio figlio
e lui vuole andare in posti dove ci stanno i giovani
e mi prenderebbero per vecchio
lascio ballare lui, io sto fermo a guardare
la mia voglia di amare
è curioso, vorrebbe imparare a suonare un nuovo strumento
vorrebbe rifare tutto
la mia voglia di amare
ci guardiamo allo stesso specchio
possibile sia diventato così brutto? Possibile vogliadimare?
“Non puoi più fare certe cose” le dico
lui mi fa sentire quelle cose nella pancia
che quasi mi esplode dalla voglia di amare
lui è ancora senza barba e la mia è sempre più bianca
lui ha sempre più voglia di baciare e toccare,
io sono sempre più stanco
vederlo sorridere mi mette malinconia
è così fiducioso, che gli lascio credere
la nostra voglia di piangere è simile
vorrei farlo uscire da solo, questo figlio
è costretto a seguirmi,
ci innamoriamo delle stesse cose
un giorno comprerò una macchina
e farò sgasare lamiavogliadiamare
gli insegnerò a guidare verso il mare
questo ragazzino è senza cuore
senza occhi, senza faccia senza corpo
prende le sembianze di ciò che ama
si innamora di tante cose la mia voglia di amare
e tira il pallone al di là del tempo
delle staccionate
va a trovare persone che non ci amano più
che dispettoso, un tempo eravamo così simili
quasi gemelli, un tempo sono stato un bambino tra le sue braccia
come faccio ad abbandonare questa voglia di amare
ci vuole coraggio a crescere senza fare trapelare le proprie paure
a questo figlio che continua a saltellare nel cuore.
voglia di amare
Mi esce questa voglia di amare
alle fermate, mentre mangio albicocche
mi alleno a buttare gli ossi nella carta
e la carta nel cestino
svuoto anche il cestino del PC
la pulizia è importante
guardo la grandine seduto nel mio cesso
che spettacolo che fa il cielo
tra un po’ viene nero
e dentro sento l’amore che vuole uscire
stringo la carta igienica come fosse una mano
passeggio con quest’altro me che ha bisogno di amare
lo porto a spasso come un ragazzino di quindici anni
la mia voglia di amare è diventata mio figlio
e lui vuole andare in posti dove ci stanno i giovani
e mi prenderebbero per vecchio
lascio ballare lui, io sto fermo a guardare
la mia voglia di amare
è curioso, vorrebbe imparare a suonare un nuovo strumento
vorrebbe rifare tutto
la mia voglia di amare
ci guardiamo allo stesso specchio
possibile sia diventato così brutto? Possibile vogliadimare?
“Non puoi più fare certe cose” le dico
lui mi fa sentire quelle cose nella pancia
che quasi mi esplode dalla voglia di amare
lui è ancora senza barba e la mia è sempre più bianca
lui ha sempre più voglia di baciare e toccare,
io sono sempre più stanco
vederlo sorridere mi mette malinconia
è così fiducioso, che gli lascio credere
la nostra voglia di piangere è simile
vorrei farlo uscire da solo, questo figlio
è costretto a seguirmi,
ci innamoriamo delle stesse cose
un giorno comprerò una macchina
e farò sgasare lamiavogliadiamare
gli insegnerò a guidare verso il mare
questo ragazzino è senza cuore
senza occhi, senza faccia senza corpo
prende le sembianze di ciò che ama
si innamora di tante cose la mia voglia di amare
e tira il pallone al di là del tempo
delle staccionate
va a trovare persone che non ci amano più
che dispettoso, un tempo eravamo così simili
quasi gemelli, un tempo sono stato un bambino tra le sue braccia
come faccio ad abbandonare questa voglia di amare
ci vuole coraggio a crescere senza fare trapelare le proprie paure
a questo figlio che continua a saltellare nel cuore.
La giusta consistenza
Avevo imparato bene a fare la pasta per le carpe
un pizzico di acqua o farina in più e si sarebbe sciolta
nelle mie mani sentivo il giusto collante
la giusta consintenza
che avrebbe consentito alla pallina di pastura
di non modificarsi nell’acqua per un pomeriggio intero.
Così ora cerco di miscelare ciò che rimane
di creare un tempo al dente
di non sciogliermi in paranoie durante una serata
i miei pensieri sfumano si annacquano
e il riso si deforma in una nebbia
la bellezza mi passa accanto
come le carpe a specchio
che se abboccassero le disamerei
per lasciarle andare libere,
mi devo consolidare
con un tempo che appartiene alle piante
il mio amore è un galleggiante
sul fondo del lago.
senza domande da porci
Le feste nei paesini
era l’odore dei maiali
dopo strade fatte di foglie illuminate dai fanali
e luci gialle con voli di pipistrelli
giovani sui motorini
veloci come lepri
i gelati affissi ai muri
i vecchi con le mani deformate
l’innamoramento fugace
di un sorriso che mi ingoiava
per risputarmi dopo trent’anni
il gruppo che suonava
mio zio che raccontava qualcosa a mio padre
guardandomi di sbieco
con uno sguardo da attore consumato
il non dire una parola
succhiare il ghiacciolo
guardando le ragazze sui calcinculo
la musica che sfasava le cellule
e ne diventavi parte
immaginarsi a vent’anni
con il gel sui capelli
gli amici più grandi
che raccontavano la loro prima volta
mi sembravano soldati al loro primo lancio con il paracadute
che mistero che era
fermarsi con la bici
sopra ai luoghi dei misfatti
lo facevano di notte, sulle macchine
lasciando fazzolettini bianchi
che mistero pensarti da qualche parte
senza fare rumore come i gufi
fumare sigarette per dimenticarti
senza domande da porci.
ti abbraccio in tutto il corpo
L’aria filtrata da finestre colorate
mia madre che pulisce gli stessi mobili di ora
e sghiaccia il frigo scalfendo il ghiaccio
con la forchetta e l’aceto
ringrazio di essere nato in una famiglia umile
una dozzina di uova incartate in carta da giornale
i sorrisi degli zii i loro divani su cui sprofondare
mio padre che soffia via i semi vuoti
e rimette acqua ai canarini
una pianta grassa presa al mare
un piccolo televisore in bianco e nero
quali amuleti ho perduto e quali occhi
le amiche formiche in fila sugli alberi
ancora aspetto di crescere
in quei sperduti anni ottanta
e di offrirti la mia adolescenza
ti abbraccio in tutto il corpo
i sogni e i deliri di un bambino
questo mio essere uomo.
…..
Ho visto donne ballare come foreste
e foreste aprirsi come donne nel silenzio dell’inizio
ho amato giovani betulle
e donne oceano con il timore della fine
ho abbracciato ghiacciai
e sguardi capaci di farmi fiorire gli occhi
la forza che traina la gioia di vivere
è un tocco di maestria
una carezza con tutto questo dentro
e ho pianto perché non era mio
uno strato di muschio ci separa dall’inferno
ho visto donne ripopolare uomini
con teste abbassate a guardare piastrelle
vorrei avere parole leggere da farti nel vento aquilone.
Occhiali
Cambio gli occhiali neri
li ho portati per 15 anni
fedeli come un cane,
o loro hanno portato me
e io sono stato solo, un loro accessorio?
Sono un po’ confuso,
15 anni
ho visto tante cose da quelle lenti consumate
l’oculista ha detto che non sono più di moda
lenti fatte così,
era il 2001, è stata una odissea
li ho posati per le cose più belle della mia vita
l’amore ai tempi dell’astigmatismo
ma sono riuscito a non romperli
non me ne capacito
io mi rotto e voi no
occhiali di merda, occhiali del cazzo
tra un po’ ci lasciavo la pelle e voi siete ancora integri
non so se amarvi o maledirvi
perché certe cose le abbiamo viste solo io e voi
e potevate darmi qualche suggerimento
invece di starvene a guardare.
Cmq quelli nuovi sono neri ma in titanio,
per “le magnifiche sorti e lenti progressive”
citando qualcuno che di poesia ne sapeva.
L ‘estate nuda la voce di cicale
L ‘estate nuda la voce di cicale
il fresco prima delle stuoie
nella sabbia vetri colorati
lisciati dalla bocca del mare
faceva così con te
ti rapiva di notte e ti succhiava
in mezzo alle onde
come una caramella
ti ha lisciata fino al vento
al canto delle cicale
nei pensieri
ogni tanto ti scarto
come una caramella che brucia
gli occhi di menta forte
come un tuffo.