Dicono che io e Asuka siamo dei dormiglioni, ma noi riposiamo spesso perché non abbiamo mai riposato così profondamente. Ho conosciuto Asuka al Festival dell’Oriente, in mezzo a tantissima gente, alla confusione di chi brulica in cerca di novità, lei se ne stava lì a presentare i suoi bonsai. Ne deve passare di acqua sporca sotto i ponti prima che questa diventi limpida, e cominci a scorrere con la calma delle anitre e dei giunchi di bamboo. Asuka era l’affluente incontaminato. Appena l’ho vista sembravamo così distanti, ho osservato i suoi bonsai, in particolare un cotogno appena fiorito, come gli occhi delle giapponesi, che sembrano sempre sul punto di sbocciare. Per farla breve ora io e Asuka stiamo assieme, si è fermata qui a tempo indeterminato, ci siamo presi bene, mi ha potato i capelli, mi ha vaporizzato la cute secca, mi ha trattato come un bonsai mezzo andato, mi ha travasato e ora ha detto che dobbiamo riposare. Io mi affido alla sua saggezza orientale, e così riposiamo, sul nostro tatami a due piazze. Quando usciamo per comprare del cibo, dei mie conoscenti fanno battute sceme: «Ti sei fatto i soldi che sei sparito e stai con una giapponese come John Lennon? Fai occhio che poi è finito sparato». Ma a lei traduco altre cose, c’è tanto lavoro da fare in questa piazza di merda, ritorniamo subito a riposare, lei mi ha detto che il dono più bello dell’amore è smettere di dormire e incominciare a riposare, perchè smetti di cercare tante cretinate, e chi ti ama accoglie la tua fatica e ti fa riposare fino a quando sei riposato. Sembra scontato, ma lei riposa con me anche se è già abbastanza riposata, mi aspetta. Asuka in giapponese signica: “Il profumo del domani.”
Month: Maggio 2015
Auguri al lievito Madre.
Auguri al lievito Madre.
Auguri alla Mamma dei cretini.
Auguri alle Madri MILF.
Alle ragazzi madri.
Auguri alla Madre terra.
Auguri alla Madri e alle figlie,
alla leggi delle maniglie,
auguri a madre natura matrigna.
Aguri alla Madre lingua,
e alla lingua madre
auguri alle schede Madri,
alle madrine, alla Gran Madre
alla madre dei cieli e della terra e dei ciclopi
a mamma rai, alla madre dei guai
a mamma butta la pasta
a mamma mia.
E auguri a tua Madre.
Finalissima atti impuri
Dammi qualsiasi cosa che non sia scrivibile
La purezza di un’ arancia,
della sua buccia interna bianca
la sua verginità al mondo
il suo odore che nessuno stato o poesia
potrà mai spiegare.
Le parole sono anche una macchia sulla buccia.
Dammi qualsiasi cosa che non sia scrivibile, leggibile.
Che non si trasformi in parola.
Questa distesa di mente, ci inquinerà per sempre.
le parole sono solo un vestito
Un doppio cuscino, caffè decaffeinato ,
sigarette; -non si fuma sul divano-
le mie magliette sono tutte bucate
ci cade il tozzolo di brace,
ma è questo che mi serve per scrivere
per infilare il dito nel culo dell’anima,
o meno poeticamente un affioro di lingua in bocca,
o peggio ancora un annuso.
Ma è più vicino alle dita che alla bocca,
è più aprire le parole che ricamarle.
E’rigettarle alla notte, alla fame animale
e non so che farne,
le parole sono solo un vestito
se le spogli non c’è nulla
però liberano l’oggetto o la qualità
a cui appartengono .
Formichine
Stasera ho visto alcune parole camminare in fila come formichine, arrivavano dalla mia stanza dirette al frigorifero, ne ho schiacciata qualcuna con il piede scalzo, per farne schizzare fuori l’informazione nuda come un nervo, come un numero senza pelle. Invece nulla, dopo un attimo di stordimento le paroline schiacciate hanno ripreso la fila, così mi sono seduto e le ho osservate per tutto il pomeriggio rosicchiarsi il frigorifero. Prima hanno dissolto la parte metallica, lasciando tutto il contento sospeso , poi hanno invaso il cibo, il motore , e si sono dirette verso il cucinino, si sono mangiate le pentole, il lavabo in marmo, il fornelli, e dopo hanno cominciato a mangiarsi il muro, lasciando solo le tubature al suo interno, e dopo si sono dirette verso di me. Le ho lasciate fare, hanno cominciato dai piedi, le parole non fanno male quando mordono, sapevo fino a dove sarebbero arrivate, lo avevo scritto sul pc lasciato aperto sul letto, avevo scritto di uscire dal pc e mangiarsi il frigo, il cucinino e poi i mie piedi e poi sono salite fino alla gola fino al cervello, sono diventato per un istante un Twit, per osservare il vuoto dal suo interno.
Fritto misto
Nora è una campionessa del fritto , come fa la pastella lei non la fa nemmeno Gordon Ramsay, l’hanno insignita anche di una stella Michelin. Quando vado a trovarla c’è sempre qualcosa che frigge in pentola, e allora mi fa assaggiare in anteprima cose nuove, ed in primavera arrivano i fiori, il sambuco , l’acacia e i pezzi di copertoni per auto.
-La plastica ormai è parte integrante della natura, e poi quella dei copertoni usati fila meglio di qualsiasi formaggio, il segreto è lasciarli in ammollo per una settimana, si devono spurgare, gli tolgo le tossine mortali come fanno i giapponesi con i pesci palla, e rimane il segreto, l’aroma del tempo perduto, di cui tu…solamente sai il segreto .- M’ha detto puntandomi il coltello, e io li butto giù, sono un po’ amari, però al giorno d’oggi un amore è meglio tenerselo, non si sa mai. Poi lei è una ragazza stellata, sono quelle teste di cazzo che l’hanno premiata ed erano entusiasti ad essere fuori di testa! Chi ipotizzava che erano champignon affumicati con il legno delle traversine dei treni, chi liquirizia al nero di seppia, chi bottarga di celafo con l’encenfalite erpetica. “La Friture de Proust” ha lasciato tutti a ganasce aperte, e allora oggi sono andato a copertoni con Nora, in strada delle cacce, abbiamo riempito la macchina di copertoni belli lisci, e poi li abbiamo tagliati a listelli e buttati dentro bacinelle di acqua sale e sgrassatori vari. Ci vuole fegato, ma senza amore siamo fritti, fritti misti, e le sue gambe che spuntavano dalla gonna, mi è venuta voglia di mangiarle, le ho rovesciato addosso la pastella e poi…dovrebbero darmi almeno tre stelle Godyear per le cose che ho fatto.
Amore in differita
Io e Anita abbiamo un fuso orario di tre minuti, quindi è un casino sincronizzarci, Anita è tre minuti avanti di me in tutto quello che fa, o forse sono io che sono indietro di tre minuti a lei. Se ad esempio la bacio io, il mio bacio non le arriva mai , è una cosa strana, parliamo assieme con discorsi apparentemente senza senso, come i discorsi di Ghezzi su blob, e a vedermi sembra che parlo da solo, a volte però ci intercettiamo, soprattutto quando stiamo abbracciati immobili per più di tre minuti e l’aria diventa una sottile pelle abbracciante. Se sto guardando la tv e allo stesso tempo sento una sua carezza sul collo, capisco che è arrivata da tre minuti, ma lei nel frattempo sta già facendo altre cose, è sempre una sorpresa,quando stiamo vicini siamo destinati a stare a tre minuti di lontananza, una breve latenza che non ci farà mai incontrare nei modi consueti, siamo come apparizioni. Per stare sul leggero, per evitare di fare l’amore mentre stiamo facendo altre cose, Anita lo scrive su un biglietto, allora mi faccio trovare già preparato, e anche se non la vedo , quando vengo mi appare, lo facciamo davvero ne sono sicuro, ci lasciamo biglietti in continuazione, anche se a conti fatti non mi è mai apparsa tutta intera, possiamo solo leggere quello che ci siamo scritti e crederci sulla fiducia e sui segni che ci lasciamo sulla pelle.
Soffioni
Linda ad esempio fiorisce ogni giorno,
più volte al giorno
ed i suoi sorrisi diventano soffioni
e se ci soffiassi sopra , si sparpaglierebbero per la casa
o per la macchina o per quello che ci sta attorno;
più volte al giorno,
fiorisce se la guardo dentro di me
un soffione al cuore.
la fiamma accesa sotto il pentolino vuoto
Ho pensato ma se poi mi licenziano?
Come se non mi avessero già licenziato una settimana fa,
e non fossi andato dai sindacati,
e si sia arrivati alla cassa integrazione.
Come se non mi fossi già incazzato con il capo,
e lui dopo avermi detto scusa, non si fosse ancora vendicato
guardandomi negli occhi e dicendomi che non gli
piaceva quello che avevo detto, tirando in ballo
il fatto che abbiano sempre chiuso un occhio
su certe cose, come se non gli avessi già detto
che il dialogo è importante, e lui non mi avesse risposto
che bastano le occhiate, e che forse erano stati troppo buoni.
Come se non avessi passato undici anni là dentro.
Così ho detto a mia madre che non andavo al lavoro,
che stavo a casa, che non mi sentivo motivato.
Di solito lei quando mi prendo un giorno di mutua
mi dice di andare al lavoro, ci sono sempre discussioni.
Ma l’altro giorno non mi ha detto nulla,
sono rimasto a casa e lei è uscita,
di solito mi prepara ancora il tè prima di andare al lavoro.
Così ho telefonato al lavoro, e poi al dottore per prenotare la visita,
e poi mi sono alzato, per prepararmi il caffè
c’era la fiamma accesa sotto il pentolino vuoto
ho toccato il manico era ustionante ,ovvio,
e c’era la tazza con la busta del tè dentro, vuota
asciutta. Ho pensato a mia madre più che al lavoro,
a quella fiamma che continua a scaldare un sogno
che evapora sempre.