La città delle parole

Dovete sapere che esiste una città dove le parole possiedono una casa e una famiglia, nascono così le parole. Da coppie miste nascono i neologismi. Le parole bambine crescono e giocano e imparano la lingua madre, alcune sono parole dotte, altre più stupidine, ma nel paese delle parole hanno tutta la stessa importanza. Alcune di loro, una volta adulte, provano l’istinto di scappare dal loro mondo di sogno, lasciano la famiglia per andare a lavorare e trovare un posto fisso in un libro, e aumentare il prestigio della propria parola e quindi del proprio casato. In passato ci sono state parole fortunate che sono finite in poesie o in libri di narrativa importante, in un certo senso hanno trovato la loro immortalità, sono lette e rilette dall’umanità, ristampate nuove e tradotte, girano il mondo. Altre più sfortunate, sono state ingannate e sfruttate, finite in opere che hanno perso l’appalto all’entusiasmo, sono state posate senza amore e alcune, dimenticate per sempre. Molte non si arrendono, quelle finite in libri in cui non si sentono vibrare, cercano di salvarsi, attaccandosi alle dita delle ragazze che sfogliano le pagine, cercano di fare palpitare i loro cuori. Molte di queste donne hanno cerchietti e occhiali, topi salvatori da biblioteca. Oggi ho visto una ragazza che leggeva uno di questi libri, ho sbirciato le paroline nere che cercavano di aggrapparsi alle sue sopracciglia, attirando i suoi occhi alle pagine. Era per questo che non mi guardava, se avesse potuto, lo avrebbe fatto, ma tutte quelle parole cercavano di salvarsi attraverso di lei, e ritornare alle loro case, fatte di steccati bianchi di punti esclamativi dipinti, e prati di virgolette che ondeggiano al vento e che si riproducono in continuazione. Le parole che rimangono sulle mani, sulle ciglia e sulle bocche di queste lettrici, aspettano di essere leccate e baciate, ingoiate con passione, per finire di nuovo dentro gli uomini, nella loro città dei sogni. Ci riproveranno, a costo di finire al macero, ad abbellire gli uomini per salvarsi.

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