Pasqua è una parola legata alla carne,
al “passaggio” di una salciccia alla brace
amoreggiare a pancia piena.
A me ha stufato parlare di baci,
ci sono riusciti a farli diventare come passaggi
di pornografia, la carne è la parola più pesante che ci sia.
Questo svegliarsi di primavere che perdo il conto
più sono forti e più devo sedarle,
non mi consola la primavera
c’è lavoro a districarsi perfino tra le poesie
trovare qualcosa che libera
dalla morbosità, dall’ovvio dell’indigestione.
A pasqua le parole sembrano fatte di carne
più che in altri luoghi dell’anno.
Ti dicono che c’è anche carne in cielo,
come se non bastassero
i prati presi d’assalto, ed i fiumi
carne nutrita di carne che crea carne
e ritorna carne anche se muore.
C’è solo il vento che muove una tendina a casa mia.
Buona Primavera!