Ci sono casolari (spero ancora diroccati)
In cui v’è tra i rovi, sotto i coppi
ciò che crea le canzoni.
Ed immaginarli è come aver le tue mani
sotto il mio naso.
Ci sono casolari d’annusare
in cui il tempo sosta adolescente e vecchio,
e si veste ogni giorno con la stessa gonna
e la stessa ruga.
Da quei luoghi, la città è una cappa scura,
fuori misura.
Ma il grande lavoro delle cortecce degli alberi
ci isola dallo scempio
nella loro protetta linfa,
ci adempiamo alla legge dei cani
per amarci a modo nostro, senza padroni.