Sognavo la giovinezza
tamburellando con le dita su un tavolino nero,
luci da discoteca e ombre cavalcate.
Sognavo sorrisi fosforescenti
nella notte, e l’infrangersi del conoscersi
arrivare come l’onda e disfarsi.
Il monumento ai caduti è una festa
dietro un vetro, non posso sentirvi
anime del mio tempo.
Vi percepisco come il sole su un vecchio gatto,
accucciato all’ombra della vita.