Sai quei portici bassi fuori dalle stagioni
stare seduti in un bar di quelli
per qualche ora,
che sembra strano costi così poco
quasi nulla l’eternità di certi sguardi
anche se ricordo più i sorrisi
o gli occhi chiusi nel sorriso
le strade che fanno il solletico
le mani strette in uno slegarsi
potrei parlarci da solo con un barista con i baffi
ma con te le birre sembrano che ridono
quando la schiuma trabocca
e la disperazione è così annacquata nell’aria
che andrebbe bene un’orzata
un bicchiere vuoto tra le dita
il bar con te è un pretesto
una farmacia avrebbe lo stesso effetto
il legno dei mobili sono barche con vista mare
le bollicine chiare che fanno i nostri baci
sembra tutta finestra per schiarire
mi fai sentire la mansuetudine degli elefanti
in questa terra di morti
sono le rondini che tengono su una città
le fondamenta non servono a nulla
senza questi sorrisi che volano
e fanno ridere le fontane
e le autostrade
e l’ascensore
togliamoci le scarpe
mettiamoci sul divano
accarezzarci piano
che sembra svanire ogni pericolo
sei un sogno lungo mille anni
e allo stesso tempo la guarigione dai sogni.
Molto bella.
grazie 🙂
Andrea… un’emozione unica la tua essenza distillata in versi…
L’ha ribloggato su Il Capestroe ha commentato:
Un poeta contemporaneo che apprezzo molto…
grazie Maria :=