Ho mangiato ciliegie sopra enormi ciliegi
mi arrampicavo ero in continua ricerca di tane
ricordo di essere entrato dentro una mietitrebbia
sotto la tettoia, spenta da ogni motore
e quindi sicura pancia di balena campagnola
sazia di grano, solo l’uomo avrebbe azionato il meccanismo
e interi campi di grano rasi al suolo
con la giusta fantasia diventava nave spaziale.
Avevo paure tangibili, come i cinghiali
si diceva delle madri cinghiali che erano pericolose
ma nulla era più pericoloso della paura
o quasi, qualcuno nelle rotoballe ci finiva
e cose simili,
in che cartone animato ero finito
molto più sicuro un appartamento
e scoprire il tuo corpo adolescente sotto il letto
con il tuo profumo di gatta,
hai guidato le mie mani verso la prima donna
e il mio olfatto, mentre i grandi erano a riposo
con le loro macchine
mi avevi detto fai finta di inchiodarmi al muro
ti eri fatta cadere la chiave del bagno
tra i seni,
-ora prendila come in happy days-
ti facevi spiare dallo spioncino del bagno
quel ciuffo nero, avevi solo un anno in più
sembravi Lamù, e a casa tua
mangiavamo cose sott’olio
mentre tua madre rideva
e tua sorella aveva messo poster di Renato Zero dappertutto
una sorcina, profumavi come il tuo gatto Tobia
la mia faccia sul tuo fondoschiena
poi è passato il tempo come mietitrebbia
a radere al suono la prima primavera.