Caterina collezionava centinaia di tipi di miele. Dai bianchi di biancospino ai neri di melata. Era una specie di lettrice del miele.
-Scegli il primo miele che ti viene! – Mi chiese la prima volta che ero andato a trovarla. I vasetti erano di ogni misura, alcuni piccolissimi, mi guardai attorno erano posati su librerie bianche, che coprivano un’intera stanza.
– Non hanno etichetta, te li ricordi tutti?
– Non solo me li ricordo, ma li ho prodotti io con lo smielatore, ho arnie sparse per il mondo. –
– Mi! e le curi tutte tu?- Esclamai. Mi spiegò che alcuni mieli erano fatti con fiori di cimiteri, altri con fiorellini rarissimi che crescevano in foreste inculatissime del Borneo. Feci finta di crederle e presi un vasino di miele arancione fosforescente. -Hai scelto il miele dei fiori del male! È miele proveniente dai fiori che ci sono nelle poesie, hanno poteri particolari -.
-Tipo?- Prese il vasetto, tolse il tappo, affondò il dito nel miele, e poi lo mise davanti alle mie labbra. Lo succhiai. E dopo mi baciò, e le sue ciglia divennero due rondini, e la sua lingua petali di papaveri.
– Ha questo potere.- Disse, guardandomi negli occhi.
– Non è vero che i mieli li faccio io, sono mieli comuni, e qualsiasi miele avrebbe avuto lo stesso potere.-
-E’ veramente troppo romantico! Troppo!-
-Infatti è così, per questo è meglio che non ci vediamo più, troppo miele fa male, però ti regalo il vasetto.-
-Che cazzo me ne faccio del vasetto? Io tutto il tuo miele… – Risposi. Mentre il miele colava dalle pareti, e saliva sui nostri piedi, fino alla gola, intrappolandoci come due fossili nell’ambra.
mi piace l’ultima immagine” come fossili nell’ambra” e questo miele che cola inesorabile…. mi ricorda una visita che feci in un deposito di apicultori dove il miele stava messo in fusti da duecento litri, un accumulo impressionante del quale si potrebbe anche morire , o per asfissia o per diabete! Ciao, sei sempre interessante!