Dove vanno in vacanza le poesie?
Come passano il tempo, mentre nessuno le legge
legate assieme dalle parole,
fanno l’amore con altre parole, altre poesie
scappano dalle antologie,
rimangono stampate, ma scappano
rimane solo l’involucro, senza spartito.
Alcune ti saltano addosso come gatte sorde, ruffiane
le accarezzi, fanno le fusa, graffiano
ma sono randagie.
Questa è la poesia, di una poesia in vacanza,
parla di mare, di mucche in una stalla
avevano un nome e un colore,
e nell’odore del fieno invernale
vi era il mare, distese di vento compresso
estate ammassata nel fienile
con ragazze che profumavano di paglia
come le stuoie e le sedie dei cortili
annusavo la loro pelle nelle corde,
ed era tutto imballato come in una nave piena di mosche
e la nave era l’intera campagna
un albero scuro in fondo ai campi
contorto come la nostalgia
ormeggiata alla deriva
una casa ancora più lontana
mare di periferia, slavato di pioggia
mi spingeva a cercarlo nella salsedine dei portoni
nei ripostigli benedetti dall’ombra e dal piscio
la fantasia di trovare nella sabbia
le carezze di una donna.
foto: andrea gruccia
Complimenti sia al testo che alla foto.
grazie!!! :O