Cinque semi

Semi caduti

Di notte si accendono i luoghi dell’anima,
c’è un giorno interiore di notte
le rane affiorano con lievi sospiri
e sembra questa l’unica voce dell’universo
nei loro occhi.
La prossima primavera è in piccoli semi caduti
per questo anche i piccoli pensieri
la leggerezza da acquisire, è una forza.
Mi arriva il tuo tepore,
tra tutto questo rumore, come un seme.

 

Piccoli orti

Ci sono ancora recinti in legno di almeno cento anni,
che confinano piccoli orti. Pensa a quanta pioggia,
ai passaggi di lumache, alla serenità di non saperlo
al tuo odore che era ancora nella terra e poi è uscito
come quei fiori gialli ai bordi.
Abbiamo bevuto coca cola, davanti a un tavolo bianco
Sotto la tettoia, i nostri corpi erano grosse pannocchie con le gambe.
L’odore del prato ti è salito dai piedi,
nei tuoi capelli colmi di sentieri, bella come i pali della luce lontani.
Eravamo ancora vicini al sonno delle cose,
che il vento spumeggiava sopra la pelle
eravamo ancora così vicini al sonno precedente
che a guardarti eri più fiore che umana.

 

Potrei

Potrei essere un uomo che porta a casa un abete sopra una punto.
Un uomo che è stato a Cuba, e ha conosciuto qualche sua puttana
scura come un’ombra calda uscita dal mare.
Potrei essere un uomo, che ha scoperto di essere donna
e che prima di laurearsi, ha fatto il bohemien per venti anni.
Potrei essere un uomo convinto di essere dalla parte giusta,
e avere imbroccato il tema, che porta al tema successivo
che sia una forma d’arte o di successo in generale.
Potrei essere un uomo con una figlia che sa già capire
cosa vuol dire essere un uomo.
Uno di quegli uomini che hanno cose da raccontare,
su qualsiasi cosa, interessanti anche nella loro noia.
Di quelli che hanno corso maratone, un po’ santoni
e un po’ cialtroni, che hanno superato deserti
ghiacciai, scalato montagne, guidato aerei.
Un uomo che sa stupire, che ha dieci progetti aperti
e li porta a termine.
E invece ho perso troppo tempo ad ascoltare,
a fare quello che gli uomini non dovrebbero fare
ho annusato troppo prima di mangiare
e ascoltato cose inutili, provenire dagli alberi.

 

Pozzanghera senza trucchi

Corpi con dentro covoni di nervi,
tesi come grano vibrano
che siano loro i più svegli?
Non mentono come le ossa o la pelle,
come le foto in cui si perde spontaneità.
A forza di appiattire le luci, ciò che parla sono le nervature
il nostro rimanere foglia.
Nelle foto degli uomini intelligenti,
c’è sempre una scimmia e un bambino
non si capiscono a fondo le cose
soltanto con l’essere umani.
E tu sei una scia di pozzanghere che portano al mare
la mia preferita è quella senza trucchi
senza il fondo di cemento
ma con riflessi di rami spogli tra le nuvole.

 

Rimorchiare

Ho sempre odiato la parola rimorchiare
si rimorchia la merda, le auto
gli animali schiacciati sulle strade
la neve, le barche, le balene spiaggiate.
Ma io non ho un rimorchio
e non ho mai rimorchiato nulla.
Se proprio dovessi usare un eufemismo meccanico
al corteggiamento coatto
preferirei una gru, sono più slanciate
possono issarti in alto
farti dondolare nell’aria
come una putrella, un bancale di mattoni.
Le gru rimorchiano anche i rimorchi
Sorpassi l’ostacolo
rimorchi le cose già rimorchiate.
Ma a questo punto perché non ti pigli
un montacarichi?
Sbatti tutto dentro e ti arriva direttamente sul pianerottolo.

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