Stasera ho visto alcune parole camminare in fila come formichine, arrivavano dalla mia stanza dirette al frigorifero, ne ho schiacciata qualcuna con il piede scalzo, per farne schizzare fuori l’informazione nuda come un nervo, come un numero senza pelle. Invece nulla, dopo un attimo di stordimento le paroline schiacciate hanno ripreso la fila, così mi sono seduto e le ho osservate per tutto il pomeriggio rosicchiarsi il frigorifero. Prima hanno dissolto la parte metallica, lasciando tutto il contento sospeso , poi hanno invaso il cibo, il motore , e si sono dirette verso il cucinino, si sono mangiate le pentole, il lavabo in marmo, il fornelli, e dopo hanno cominciato a mangiarsi il muro, lasciando solo le tubature al suo interno, e dopo si sono dirette verso di me. Le ho lasciate fare, hanno cominciato dai piedi, le parole non fanno male quando mordono, sapevo fino a dove sarebbero arrivate, lo avevo scritto sul pc lasciato aperto sul letto, avevo scritto di uscire dal pc e mangiarsi il frigo, il cucinino e poi i mie piedi e poi sono salite fino alla gola fino al cervello, sono diventato per un istante un Twit, per osservare il vuoto dal suo interno.