Il cavallo e la prateria

Forse io ero la prateria e tu una cavallina
Potevamo amarci così?
Potevo sentire i tuoi zoccoli sull’erba
e tu il mio sapore, potevi masticarmi,
potevo darti giaciglio e tu calore.
Era già qualcosa no?
Poi siamo rinati tutti e due cavalli,
ma senza prateria, il padrone ci teneva separati
ci siamo incontrati solo in quei giorni
in cui mi portava da te per montarti.
Due purosangue, bellissimi,
ma destinati a figliare o montare,
non era la nostra idea d’amore.
E così abbiamo provato a diventare tutte e due prateria,
ma eravamo così simili da non riconoscerci,
eravamo uno nell’altra senza vederci.
Ora che siamo diventati umani, dove ci nascondiamo?
Forse ci siamo incontrati come quando eravamo cavalli,
abbiamo fatto sesso senza riconoscerci.
Oppure ci siamo persi, in mezzo alle praterie di persone.
Potremmo metterci d’accordo, darci un segnale inequivocabile,
una margherita tra le dita in un posto che decidiamo assieme,
un lanciarazzi, un nitrito sulla metro. Decidi tu.

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