La radice sensibile

Ogni tanto vado a Porta Nuova ad osservare gli insetti spiccicati sulla motrice dei treni, ogni viaggio un piccolo o grande (chissà?) olocausto d’insetti, il treno è una rondine gigante senza bocca ed ali, in un futuro potrebbero fare treni che vanno a proteine. “Ci vuole un fisico bestiale per resistere agli urti della vita”, ma non a quello dei treni. Cmq, un giorno su una di queste motrici , al posto delle poltiglia insettivora, trovai un pezzo di radice, era come fatta di vetro azzurro, bellissima, la portai a casa. La misi dentro un barattolo di vetro pieno d’acqua, che ne amplificava le sfumature cristalline, ed ogni sera non potevo fare a meno di fumarmi una sigaretta ed osservarla in controluce. Passarono i giorni e dall’apice spuntò una gemma blu lapislazzulo. Cercai su google, “radici blu”, “piante blu”, ma nulla, ed intanto uscì dall’acqua un rametto e la prima foglia blu a forma di “A” e dopo un giorno uscì un’altra foglia con la lettera “B”! Fosse stata la pianta dell’alfabeto? Se era così la terza foglia doveva essere una “C”, ed invece uscì un’altra “B”. Insomma, dopo una settimana le foglie generate da quella radice formarono la parola “abbastanza”. Passai notti insonni, cercai di dare alla pianta tutte cure necessarie, e siccome era una pianta acculturata, a leggergli fiabe per bambini. Dopo una settimana creò la sua seconda parola :”unavolta”,scritta tutta attaccata. Mi sembrava una di quelle frasi confuse che mettono a natale in centro, per le luci d’artista. Per capirne il senso , avrei dovuto aspettare, magari era partita dalla fine per andare all’inizio. E’ passato più di un anno e ancora non l’ho capita, ma questa estate ha pronunciato una serie di “Titititi” e poi “Ano” . Ok , ha tartagliato e fatto un refuso, ma devo dire che mi sono commosso.

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