Una mia amica ha la pelle fotosensibile, alla luce del sole la sua epidermide diventa una specie di pellicola fotografica, in cui si formano immagini che emergono dai suoi pensieri . Questo le crea imbarazzo ed è ovviamente molto pallida, ma l’altro giorno siamo andati al parco, e c’era un bel sole. Abbiamo mangiato dei pomodorini pachino all’ombra dei ginkgo biloba gialli. Poi un raggio di sole è filtrato tra le foglie illuminandogli il viso, sulla sua fronte sono spuntate delle nuvolette bianche e tiepide, ed un prato di papaveri fino alla base del collo. Si è guardata allo specchio, e sorridendo ha detto : “ Ma guarda che schifo!”, io le ho risposto che era un’opera d’arte, incantevole! E poi il sole sulle mani, le ha fatto uscire rami di ciliegi, e a sentirne il profumo mi sono innamorato, ma ho fatto finta di nulla. Poi ha provato a prendere un po’ di sole sulla schiena, sono uscite nuvole nere sulle sue spalle, e nella schiena una sedia da regista con una luna piena seduta, dalle gambette lunghe , e gli occhi da bambina. Allora l’ho abbracciata da dietro. “E’ uscito uno sfogo triste vero?” , poi il sole è sparito e mi sono perduto nei suoi capelli, correndo tra primavere che diventavano estati, e poi fienili con voli di colibrì. E siamo diventati nudi nello stesso pensiero, sotto un cielo fatto di equilibristi e rane sulle altalene, ci siamo baciati dentro caffettiere enormi che navigavano mari trasparenti di stelle e strade di seta. E sulla sua pelle per un attimo siamo apparsi soltanto noi. Tornai con le foto dei suoi baci negli occhi,che rimasero freschi per tante notti.