Post-it

Prendo appunti, metto i post-it dentro il cranio,
che poi è una stanza singola per pensieri,
e qualche volta mi fai visita come migliaia di altre cose.
Beh, ho un post-it su cui ho scritto un promemoria su di te,
cose che hai detto, dopo milioni di reincarnazioni.
Ricordi quando eravamo batteri anaerobi, in una miscela di acqua e metano
e cercavamo di unirci sotto i raggi ultravioletti del quaternario?
Una fatica, abbracciarci senza braccia, baciarci senza bocca,
inghiottiti dalla notte di una primitiva morte senza ossigeno
creando copie di noi stessi, per impararci a memoria.
Ci sono tracce di noi nell’arenaria;
erano la promessa di baciarci sotto una lampada fluorescente dell’Astoria.
Eoni di tempo per fare l’amore come si deve, 
poche frasi per mandarci a fottere, 
con la forfora luccicante sulle spalle. 
La scienza non può capire,
come è triste tornare a dormire,
ingoiando una goccia salata che sfonda il tempo,
e cade come la prima pioggia
su un gruppetto di eucarioti rincoglioniti.
Costretti all’ eucarestia di nuovi odori,
sapori di nuovi universi
fottutamente diversi, dispersi,
pronti a innamorarsi e a fottersi

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