A volte mi aspetto qualcosa da altri, mi aspetto sempre qualcosa da me.
Mi chiedo perchè? Odio ancora la mia stramaledettissima maestra
che mi umiliava per un errore, e sono passati 30 anni, e mi diceva chi ha tempo non aspetti tempo e sono passati 30 anni.
E la guardavo negli occhi ed avevo paura, cosa voleva da me?
Non dormivo la notte, ma era lei a vomitare. Io ero felice di giorno.
Non dovevo parlare, ridere, ero nato per ridere.
Cara maestra Vanda Crepaldi, che già il nome dice tutto, lei non vedrà mai i miei frutti. E come lei tanti altri. Penso non gli freghi niente.
Perchè sono una palma da datteri, non se l’aspettava vero?
E poi ancora, parenti che dicevano, ch’ero strano, lo ero davvero, ma non raccoglierete i miei frutti. Non è colpa mia se eravate pazzi.
Avete seminato dei deserti, avevo parole dolci, non hanno dato ancora nessun frutto.
Mi godo la pioggia, ed il sole, sono una pianta strana,
non fa carriera, esce poco, ho radici dappertutto.
Quanta paura ho setacciato fino all’osso, nessuno immagina quanto lavoro ho fatto.
Sono imbastardito con le piante e gli animali, io vegeto ed annuso, mi espando, e prego e maledico, non sono pianta di fico.
Sei una bella pianta.
Sì.