Sulle mie ginocchia hai posato le tue gambe lunghissime,
più lunghe di questi treni che vanno ai mari.
più delle scie degli aereoplani.
Le tue mani fini, che sanno impreziosirmi
mentre mi tocchi, mentre mi sussurri;
muta, lingua scintillante nella mia bocca.
Mentre mi baci,
per goderti meglio, apro leggermente gli occhi,
come ad aprirmi ad un prato,
t’osservo godere, lo stesso mio desiderio.
La stessa mia sorpresa.
Penetro un papavero,
mi stringi il sesso,
come pelle che cresce e riaffiora.
In un ti amo, ancora!
Dovevo essere più ebbro ,
bisogna esserlo di più,
di quel vino rubato ai mediocri.
Mentre provavi un trucco leggero, una nuova crema,
e struccavi il mondo, per diventare solo l’odore che volevo
ed io per te, mio nasino fine,
l’odore a cui appoggiarti.
Così continuerò ad assaggiarti,
nei tuoi canali, fatti di profondi oceani
quei frutti rotondi sospesi,
Rivoglio i tuoi fianchi, ancora di più!
Perché ho ricominciato a guardare la t.v.